"Singularis in singulis. Duodecim columnae vitinae e marmore nella basilica di San Pietro a Roma" è il titolo del volume di Antonio Labalestra, edito per Antonio Dellisanti Editore, dedicato al serto delle colonne tortili di età romana correlate al luogo del martirio di San Pietro sul colle vaticano, che si avvale dei contributi scritti di Cosimo Damiano Fonseca, Francesco Moschini e Cherubino Gambardella.
Questo studio tenta di ricostruire il percorso legato alla traslazione e al riutilizzo delle colonne gerosolimitane all’interno del cantiere della fabbrica di San Pietro, nel continuo processo di adattamento dello spazio liturgico che dall’età di Costantino si sussegue fino al pontificato di Urbano VIII. Parte di queste argomentazioni ritornano nell’esposizione intitolata, “Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero” di Antonio Labalestra a cura di Caterina Rinaldo che riprende una conversazione di Fernando Távora con Álvaro Siza in cui lo studioso portoghese definisce il secondo come “Muratore di opera grave”, il maestro che pratica l’architettura, che costruisce con la pietra o con un altro materiale; l’opera è un’opera ‘grave’, vale a dire seria, importante, significativa, meditata, frutto del pensiero ragionato dell’architetto colto.
Antonio Labalestra - Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero
PALAZZO DELLA PROVINCIA
Bari - dal 22 al 29 ottobre 2014
Lungomare Nazario Sauro 27 (70121)
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