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La mostra Alfredo Müller. Il trionfo della grafica nella Parigi della Belle Époque

La mostra Alfredo Müller. Il trionfo della grafica nella Parigi della Belle Époque, a cura di Emanuele Bardazzi ed Hélène Koehl

Nell’ex chiesa di San Giusto, oggi divenuta il Rifugio Gualdo, viene presentata un’ampia rassegna di oltre cento opere su carta, in cornici prevalentemente d’epoca, che racconta il mondo della grafica parigina tra ‘800 e ‘900: dalle affiches alle riviste illustrate, dalle incisioni d’élite a quelle più popolari, realizzate dai migliori artisti attivi nel periodo in cui avvenne la straordinaria e irripetibile fioritura della stampa fin-de-siècle. L’intento è quello di offrire un’immersione totale nel mondo della grafica e della pubblicità del periodo, toccando i suoi aspetti più effervescenti e gioiosi fino a quelli più inquietanti e oscuri. Nel comporre questo caleidoscopio, una precisa scelta di campo è stata quella di non limitarsi ad offrire della cosiddetta Belle Époque solo il lato superficiale e festaiolo dei balli al Moulin Rouge, oppure mettere in luce soprattutto gli aspetti più modernisti della rivoluzione grafica come è avvenuto in varie mostre sul tema allestite all’estero negli ultimi anni, ma di esplorarne anche lati che rimanevano più nell’ombra e per questo meno noti oggi all’immaginario collettivo, come un certo filone simbolista e decadente legato al gusto per le sensazioni rare tipico degli esteti ultra-raffinati come Huysmans e Lorrain o a quel concetto di bellezza irregolare e stravagante di filiazione baudelairiana e ropsiana che seguiva l’assunto “le beau est toujours bizarre”. Esempi di questo genere sono rintracciabili nelle opere di artisti come Albert Besnard con il suo capolavoro Les morphinomanes, Louis Legrand con Prostitution, Georges de Feure con L’amour libre e Marcel Lenoir con Le Monstre e L’Éducation. 

Al Centro Espositivo Antonio Berti, la mostra entra nel vivo della produzione di Alfredo Müller, presentando una selezione di opere legate al tema del paesaggio, con scene di campagna e vedute cittadine eseguite ad acquaforte in nero e a colori soprattutto nel periodo tra il 1902 e il 1903, quando l’artista si trasferì da Parigi a Osny. Tra esse risalta la scenografica serie di sei grandi litografie decorative a colori dette Frises e destinate all’arredo delle case secondo i principi di William Morris, due delle quali, Les Paons e Les Cygnes, manifestano pienamente l’adesione allo stile Art Nouveau. Furono commissionate dal famoso mercante di stampe parigino Edmond Sagot e vengono esposte per la prima volta nella loro completezza. Esposta per la prima volta completa è anche la suite, di straordinaria rarità e importanza, de La Vie heureuse de Dante Alighieri ispirata alla Vita Nuova, costituita da sei soggetti danteschi incisi ad acquaforte e acquatinta, pubblicati a Parigi nel 1898 in soli 12 esemplari dal grande gallerista ed editore Ambroise Vollard, famoso per i suoi legami con gli impressionisti e i Nabis. La serie, ispirata liberamente ai quadri di Dante Gabriel Rossetti, ne offre un’interpretazione molto originale, prossima al Simbolismo esoterico di marca rosacrociana. Venne pubblicizzata sulle pagine dell’Almanach du Père Ubu del 1901, annuario illustrato d’avanguardia creato dalla poetica sovversiva di Alfred Jarry, in collaborazione con Pierre Bonnard per la parte grafica, nella cave di Rue Laffitte dove Vollard aveva la sua galleria. Dedicato a questa suite sarà l’evento del 23 ottobre con brani di musica-lettura dalla Vita Nuova di Dante e un approfondimento delle incisioni che la compongono.

Si prosegue presso La Soffitta Spazio delle Arti, dove una panoramica di opere ricca e affascinante illustra l’attività incisoria di Müller quando viveva a Montmartre, nella culla artistica parigina per eccellenza, frequentata dagli artisti più importanti e innovativi del tempo. 

Divisa in sei sezioni – Sguardo sul palco, Musica, Letture, Scene infantili, Scene femminili, Visioni simboliste – presenta i ritratti di Paul Verlaine, delle stelle della danza e del teatro Jane Avril, Cléo de Mérode, Sada Yacco, Sarah Bernhardt, Edouard De Max, Marthe Mellot e Suzanne Desprès, e il porfolio con i grandi musicisti Johann Sebastian Bach, Christoph Gluck, Ludwig van Beethoven, Richard Wagner.

Altre incisioni ritraggono la piccola Colette, che era la figlia dell’amico collega Steinlen e giocava spesso nel giardino con i gatti, grande amore del padre che li disegnava in ogni dove a partire dal celeberrimo manifesto del cabaret Le Chat Noir. La bambina era praticamente di casa anche da Müller che di lei fece la sua modella preferita, anche moltiplicandone l’immagine per due e per tre nelle scene infantili. Le due amiche inseparabili Stéphanie Nantas e Marguerite Thomann, futura sposa di Alfredo, sono le protagoniste di varie lastre che le raffigurano separatemente o insieme. Oltre ai ritratti, figurano alla “Soffitta” altri soggetti importanti come le bagnanti, tipico tema francese dell’epoca interpretato da Müller nella propria maniera soave e malinconica, i gatti in omaggio all’amico Steinlen e alcune visioni simboliste tra cui L’Île heureuse, un paesaggio di sogno alla maniera di Puvis de Chavannes.

A completare questo escursus ricco e vario di soggetti con soluzioni grafiche post-impressioniste, giapponiste, simboliste e Art Nouveau di grande maestria, è stata creata una sezione complementare con una scelta mirata di fogli eseguiti dagli artisti particolarmente vicini, amici e sodali,  insieme ad altri legati all’ambiente della danza e del teatro a partire dalla diva più iconica in assoluto, Sarah Bernhardt, ai programmi teatrali d’avanguardia, all’editoria e alla bibliofilia con alcuni libri illustrati di Octave Uzanne, il manifesto de “La Revue blanche” e le pubbicità dell’editore Edmond Sagot con incisioni di Paul Berthon, Pierre Bonnard, Leonetto Cappiello, Jules Chéret, Eugène Delâtre, Maxime Dethomas, Marie-Charles Dulac, Maurice Dumont, Eugène Grasset, Francis Jourdain, Alexandre Lunois, Gustave Marie, Alfons Mucha, Manuel Robbe, Théophile-Alexandre Steinlen, Jan Toorop, Henri de Toulouse-Lautrec e Félix Vallotton.

Louis Abel-Truchet, La Quadrille, 1900 ca., litografia a colori



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