Testo di Antonella Stelitano per il catalogo della mostra " Ruota a ruota Storie di biciclette, manifesti e campioni" edito da Silvana Editoriale.
La bicicletta è di casa a Treviso già alla fine dell’Ottocento. Una sezione ciclistica viene creata all’interno della Società Ginnastica Velocipedistica Trevigiana nel 1888 e, in provincia, sorgono il Club Ciclistico Conegliano, Veloce Club Roncadese, Club Ciclistico Operaio, Club Ciclistico Castelfranco (1908), diventato poi Veloce Club Gerbi e Unione Sportiva Giorgione, Unione Sportiva Opitergina. Nel 1911 prende vita il Veloce Club Treviso e, nel 1913, l’Uc Trevigiani.
Il ciclismo si diffonde così rapidamente e conquista subito una certa popolarità, tanto da indurre i dirigenti dell’epoca a pensare in grande. Nasce così l’idea della Società Ginnastica Velocipedistica Trevigiana di dotare la città di un impianto adeguato alle ambizioni sportive locali: Treviso vuole il suo velodromo. Ne giustifica la richiesta supportandola con diverse motivazioni: garantire un’ulteriore spinta alla diffusione di questo sport in città, divertire la cittadinanza, attirare forestieri, avvicinare allo sport i giovani, sottraendoli alla «fiacchite acuta che travaglia la gioventù trevigiana, dedita di preferenza ai divertimenti che non richiedono fatica».
Il progetto viene rapidamente realizzato su uno spazio concesso dal Comune a Borgo Cavour: l’ortaglia dell’ex convento dei frati. La Società Ginnastica Velocipedistica Trevigiana si occupa del progetto e della sua realizzazione. Dal 7 al 9 settembre 1890, il nuovo moderno impianto «dotato di curve sopraelevate, palchi e totalizzatore» viene inaugurato ospitando i primi campionati nazionali, che suggellano il trionfo del conte Carlo de Braida nella gara di resistenza. Nel 1891 la struttura ospita corse ciclistiche internazionali su pista e gare di tandem, specialità che fa la sua prima apparizione proprio a Treviso, mentre nel 1893 viene qui organizzata la prima grande corsa di resistenza sulla distanza di 250 chilometri.
Il tema del ciclismo a Treviso si intreccia anche con il dibattito sull’uso di questo mezzo da parte dei preti. É infatti il cardinale Giuseppe Sarto, nativo di Riese e futuro papa Pio X, a esprimersi al riguardo, con una circolare che affronta il tema della liceità all’uso della bicicletta da parte dei sacerdoti. Sono anni in cui si riteneva che i movimenti non composti non rendessero questo mezzo idoneo a mantenere la gravità e il decoro sacerdotale.
Anche la stampa cattolica locale affronta il tema. Il giornale La Vita del Popolo il 31 marzo 1906 pubblica un articolo intitolato: «La bicicletta. Gran bela invenzion la bicicletta» in cui si esorta a utilizzare con giudizio e non per capriccio questo nuovo mezzo.
Ma la sua popolarità e diffusione continuano a crescere. Alla produzione da parte di aziende locali si aggiunge l’apertura di negozi in città, dove si trovano: biciclette, accessori, gomme di tutte le misure, ma anche servizi di riparazione, noleggio, cambi, vendita di biciclette usate di tutti i prezzi, nazionali ed estere. Anche a Treviso poi la diffusione della bicicletta asseconda una nuova vocazione turistico-escursionistica. Se ne trova traccia nella stampa locale: passeggiate in bicicletta con finalità di beneficenza, gite come quelle organizzate nel 1906 dal Club ciclistico di Vedelago che si reca a Primolano e in Trentino «con itinerario che riuscirà certo di generale soddisfazione».
Come in altre zone d’Italia, anche Treviso è testimone della pericolosità di questo mezzo. Le cronache locali danno conto di numerosi incidenti: da quello del dott. Dandolo, che si scontra con alcuni veicoli mentre va a visitare i suoi ammalati, all’automobile che investe un giovane ciclista, a quello che coinvolge un ciclista che sfida un’automobile sul Terraglio, ma ne viene travolto. Ci sono anche incidenti in gara, come quello al ciclista G. Ottogalli, che cade rompendosi una clavicola o quello occorso durante una gara sul Fadalto che chiude con un bilancio di cinque feriti.
Treviso pioniera anche in camp o femminile con una «Corsa per signorine» che si corre in città nel 1911.
Storie di biciclette, manifesti e campioni
Fino al 30 Ottobre 2022
Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di S. Margherita)
RUOTA A RUOTA. Storie di biciclette, manifesti e campioni
Mostra a cura di Elisabetta Pasqualin. Consulente storica Antonella Stelitano.
Da un’idea di Chiara Matteazzi
Info: www.collezionesalce.beniculturali.it
Ufficio Comunicazione Museo Salce:
Mariachiara Mazzariol mariachiara.mazzariol@beniculturali.it tel 0422 591936
Vincenza Lasala drm-ven.comunicazione@beniculturali.it
Ufficio Stampa della Mostra
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
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