Passa ai contenuti principali

Riccardo Dalisi - Cavalieri e oltre

Il 16 maggio alle ore 12 aprono le “Reali Cavallerizze” del Palazzo Reale di Caserta con la mostra ‘Cavalieri e oltre’ di Riccardo Dalisi. L’esposizione, a cura della Soprintendenza di Caserta e Benevento con la collaborazione di Civita, è allestita nel nuovo spazio adiacente la facciata est del Palazzo Reale, che si apre per la prima volta dopo una lunga fase di restauri e realizzato proprio per essere sede di mostre ed installazioni di arte contemporanea.

Una scultura di Dalisi in un montaggio fotografico
di Leonardo Basile
Dalisi, architetto, designer, artista di livello internazionale, nato a Potenza e residente da sempre a Napoli, è presente in numerose collezioni private e in importanti Musei europei e d’oltreoceano (Musèe des Art Decoratifs, Parigi; Museo di arti decorative, Groningen – Olanda; Denver Art Museum, Denver – Colorado; Museo d’Arte, Montreal – Canada; Museo della Triennale di Milano.

Nelle Reali Cavallerizze di Caserta, saranno esposti una serie di oggetti realizzati con rame, ferro battuto, latta oltre che disegni autografi. Emerge, dai materiali presentati, un tema ricorrente in Dalisi: la celebrazione del numero “due”, del dualismo come concetto base di ogni entità, di ogni significato. Le mani, le gambe, gli occhi, le orecchie, il cuore si strutturano sul due e così anche l’”unica” bocca ha due labbra e mostra due file di denti per un’infaticabile, inesausta attività. Lo stesso vale per la musica, la poesia e il linguaggio, eternamente in bilico tra positivo e negativo, salita e discesa, volo e caduta, presenza e assenza. Ed è in questa dualità che, per Dalisi, si inserisce il guerriero, il cavaliere, colui che difende ma allo stesso tempo offende e che, a sua volta, esprime il proprio dualismo essendo provvisto di spada e scudo, elmo e corazza anch’essi appunto elementi bipolari, che suggeriscono a loro volta un’ulteriore bipolarità: l’attacco e la difesa. Altra immagine duale richiamata dall’artista è quella del compasso in cui una parte non ha funzione senza l’altra, dove la durezza della sottile punta d’acciaio si contrappone alla morbidezza della più spessa punta di grafite, per tracciare, insieme, un micro o macrocosmo tra centro e confine esterno.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

LUIGI MARCON E LE SUE INCISIONI : A Molfetta presso il Fashion District

Luigi Marcon è nato ai Piai di Tarzo (TV) 1938. Apprende l’arte d’incidere a Venezia, prima all’Istituto Statale d’Arte, e in seguito presso il Centro Internazionale della Grafica. Dal 1960 partecipa a molte rassegne di grafica nazionali ed internazionali conseguendo vari riconoscimenti; allestisce numerose personali in Italia e all’estero.  Da molti anni si dedica pure all’insegnamento della calcografia mediante corsi teorico-pratici in varie città del Veneto. Opera ed espone in permanenza a Vittorio Veneto, Saletta della Grafica e laboratorio d'incisione in Via Manin, 39. Sono spesso ospiti della galleria noti artisti incisori atti a proporre tecniche ed espressioni diverse. Nella sua principale attività di incisore, oltre che pittore, ha realizzato con le tecniche calcografiche oltre 3000 matrici. Ne esegue personalmente la stampa con torchio a stella, normalmente in venti esemplari e ne biffa la matrice a tiratura ultimata. Fino all'8 maggio 2009 l'artista Luigi Marco

ISABELLA d'ARAGONA, duchessa di Bari, è MONNA LISA.

Il beffardo sorriso della Monna Lisa, del poliedrico Leonardo da Vinci, colpisce ancora: non è Lisa Gherardini la donna raffigurata nel ritratto più famoso del mondo ma Isabella d'Aragona , duchessa di Bari. A dirla tutta, non è una notizia proprio inedita, nel senso che non è la prima volta che questa tesi ci viene proposto: un anno fa Maike Vogt-Luerssen (che non è certo una sprovveduta) la sostenne, con confronti e documenti minuziosissimi. Ma non ebbe molto successo e Monna Lisa continuò a rimanere lì..... con quel suo sorriso-non-sorriso che tanto fa impazzire studiosi e ammiratori d'ogni tempo e luogo. Questa volta, però, la tesi ci viene riproposta da una studiosa barese, Titty Pignatelli Palladino, che nei giorni scorsi l'ha presentata a New York. La nota prof. Pignatelli Palladino è partita, nel suo studio, dalla visione di un documento inedito -conservato presso la New York Public Library- contenente la stampa del volto di Isabella d'Aragona. Ad una copia di