Passa ai contenuti principali

SonoContour allo Spazio COMEL Arte Contemporanea

Grande trionfo per Sergey Filatov all’inaugurazione della personale SonoContour che si è tenuta allo Spazio COMEL Arte Contemporanea lo scorso 8 giugno.

L’eclettico artista russo ha incantato la folta platea con una performance che ha esaltato ogni sua opera, sottolineandone caratteristiche e potenzialità.

I visitatori hanno potuto ammirare in azione 11 sculture sonore realizzate in gran parte in alluminio, che grazie al connubio tra tecnologia, creatività e ingegno producono suoni diversi e contribuiscono a creare un ambiente sonoro avvolgente e stimolante. In galleria a disposizione degli appassionati anche il catalogo multimediale che, oltre a immagini e testi critici, contiene anche i video delle opere e della performance, visibili attraverso i QR Code apposti in ogni pagina.

Sergey Filatov, come un novello demiurgo/direttore d’orchestra, reinterpreta l’idea di arte multimediale e fusione tra i linguaggi artistici. Grazie alla sua curiosità, le profonde conoscenze tecniche, alla continua sperimentazione, all’osservazione attenta della realtà che lo circonda e il desiderio di andare al di là di essa, Sergey Filatov raggiunge livelli di innovazione che superano la semplice fusione dei principi della sound art all’arte cinetica, e creano un rivoluzionario modo di comunicare.

L’oggetto artistico diventa così un mezzo per scrutare lo spazio andando al di là della materia, fondendo i sensi di vista, tatto e udito alla ricerca di un significato ultimo e nascosto. Come ha affermato Giorgio Agnisola durante l’inaugurazione: “Chi ha detto che la tecnica non possa essere spiritualità? O che la tecnica non possa essere, nella sua primigenia intuizione, Arte, Spirito, Mistero? Probabilmente noi siamo abituati ad essere troppo schematici, la verità è sempre nelle cose e Sergey ce lo insegna”.  Dunque l’arte e la ricerca del suono sono per Sergey Filatov un modo per comprendere la natura e l’uomo attraverso un processo che dalla macchina e la scienza approda al luogo più intimo e nascosto dell’anima, quel luogo che permette di scorgere in parte il mistero proprio dell’essere umano.

Vincitore della VII edizione del Premio COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea, l’artista russo si è esibito agli inizi di maggio presso i Giardini dell’Arsenale, accanto all’artista franco-libanese Tarek Atoui all’interno della alla 58° Biennale di Venezia. È tornato in Italia per la preparazione e l’inaugurazione di SonoContour, e qui si tratterrà ancora fino a mercoledì 12 giugno, prima di ripartire per altre mete europee.  I visitatori della mostra potranno dunque interagire con l’artista, porre domande e assistere a brevi esibizioni fino a mercoledì sera. 



SonoContour di Sergey Filatov

Cura scientifica di Giorgio Agnisola

Dall’8 al 23 giugno 2019

Tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00

Spazio COMEL Arte Contemporanea, Via Neghelli 68 - Latina

Ingresso Libero


Premio COMEL Vanna MigliorinArte Contemporanea
tel [+39] 0773 487546 - email info@premiocomel.it sito www.premiocomel.it 



Post popolari in questo blog

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

LUIGI MARCON E LE SUE INCISIONI : A Molfetta presso il Fashion District

Luigi Marcon è nato ai Piai di Tarzo (TV) 1938. Apprende l’arte d’incidere a Venezia, prima all’Istituto Statale d’Arte, e in seguito presso il Centro Internazionale della Grafica. Dal 1960 partecipa a molte rassegne di grafica nazionali ed internazionali conseguendo vari riconoscimenti; allestisce numerose personali in Italia e all’estero.  Da molti anni si dedica pure all’insegnamento della calcografia mediante corsi teorico-pratici in varie città del Veneto. Opera ed espone in permanenza a Vittorio Veneto, Saletta della Grafica e laboratorio d'incisione in Via Manin, 39. Sono spesso ospiti della galleria noti artisti incisori atti a proporre tecniche ed espressioni diverse. Nella sua principale attività di incisore, oltre che pittore, ha realizzato con le tecniche calcografiche oltre 3000 matrici. Ne esegue personalmente la stampa con torchio a stella, normalmente in venti esemplari e ne biffa la matrice a tiratura ultimata. Fino all'8 maggio 2009 l'artista Luigi Marco

ISABELLA d'ARAGONA, duchessa di Bari, è MONNA LISA.

Il beffardo sorriso della Monna Lisa, del poliedrico Leonardo da Vinci, colpisce ancora: non è Lisa Gherardini la donna raffigurata nel ritratto più famoso del mondo ma Isabella d'Aragona , duchessa di Bari. A dirla tutta, non è una notizia proprio inedita, nel senso che non è la prima volta che questa tesi ci viene proposto: un anno fa Maike Vogt-Luerssen (che non è certo una sprovveduta) la sostenne, con confronti e documenti minuziosissimi. Ma non ebbe molto successo e Monna Lisa continuò a rimanere lì..... con quel suo sorriso-non-sorriso che tanto fa impazzire studiosi e ammiratori d'ogni tempo e luogo. Questa volta, però, la tesi ci viene riproposta da una studiosa barese, Titty Pignatelli Palladino, che nei giorni scorsi l'ha presentata a New York. La nota prof. Pignatelli Palladino è partita, nel suo studio, dalla visione di un documento inedito -conservato presso la New York Public Library- contenente la stampa del volto di Isabella d'Aragona. Ad una copia di