La Pinacoteca Comunale Casa Rusca ospita dal 9 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 un’ampia retrospettiva dedicata a Sandro Chia, uno degli interpreti più significativi della cultura artistica contemporanea, la cui produzione è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
L’esposizione rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in Svizzera, un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.
É questa anche l’occasione per una riflessione sulla corrente artistica degli anni Ottanta, attraverso le opere di Chia e di altri suoi esponenti: Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi. Un movimento, quello della Transavanguardia, apparentemente di riflusso rispetto al concettualismo dell’arte povera, che trovò nel critico Achille Bonito Oliva la propria autorevole guida nel recupero degli stimoli che avevano alimentato alcune delle avanguardie storiche come l’espressionismo, il fauvismo e la metafisica.
Impulsi che nell’opera di Sandro Chia, tradotti in narrazioni spesso oniriche, si concretizzano in un vigore barbarico, fondendo confessioni intime al gusto per la teatralità. Ne scaturisce una figurazione d’impronta mediterranea che ha saputo in breve tempo imporsi a livello internazionale, anticipando per certi aspetti il passaggio dalla modernità alla postmodernità, fatta di piccole narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare, e soprattutto da una nuova attenzione al segno, alla forma e al colore.
I punti di riferimento di Chia spaziano dai grandi maestri del passato quali Masaccio, Michelangelo agli artisti del Novecento De Chirico, Cézanne, Picasso a Chagall. Chia si appropria di questo enorme patrimonio della pittura figurativa per rielaborarlo nella sua idea dell'arte. Per Chia “la pittura è un mondo di libertà senza limiti, senza confini” e le opere sono lo strumento per lasciarsi andare a ogni sorta di avventura o di sfida.
Elemento imprescindibile nell’approccio all’artista è il suo uso del colore: dirompente, variopinto, tendente a repentini mutamenti. L’opera pittorica di Chia scaturisce da una fervida fantasia in cui si incontrano mito, letteratura ed eventi della quotidianità. Sia che illustri temi umili o sublimi, l’artista umanizza i suoi “eroi” dall’aspetto monumentale e fa vivere loro le problematiche del presente: incomunicabilità, difficoltà dei rapporti umani, materialismo, assenza di ideali, atteggiamento passivo nei confronti della società.
Davanti allo spettatore si schiude un mondo di immagini forti, provocatorie, poetiche e toccanti. Le composizioni, insieme agli spunti proposti dai titoli, rivelano un’infinità di possibilità interpretative dei soggetti e dei temi centrali attorno ai quali si articola la ricerca dell’artista: il viandante, il pittore, il padre e il figlio, l’angelo, il naufrago, la vicinanza della natura alla vita dell’uomo, la sensualità del corpo, l’ispirazione, la melanconia.
La mostra è accompagnata da un catalogo con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, corredate da una scheda esplicativa.