Il sacro, il mito, il viaggio e il conflitto fra cuore e ragione: sono questi i temi centrali della mostra personale di Ciro Palumbo "Il volo del poeta visionario", in programma dal 7 al 23 ottobre 2016 al Palazzo della Città Metropolitana di Bari con la curatela di Alessandra Redaelli.
Ventiquattro opere raccontano i percorsi più recenti di un artista che ci ha abituati, negli anni, a una narrazione pulita, pittoricamente potente, intrinsecamente simbolica, ricca di suggestioni dal passato e tuttavia profondamente contemporanea, perennemente alla ricerca del senso ultimo dell’esistenza dell’uomo.
La serie di oli su tela dei Mulini di Dio – vicini per temperamento alla pellicola di Lech Majewski I colori della Passione, ispirata al dipinto Salita al Calvario di Bruegel – ci rende partecipi di una fede antica, faticosa, scabra e frugale, narrata in toni onirici e visionari; mentre più carnali sono i lavori dedicati al mito, dove paesaggi emotivi (in bilico tra le isole inquiete di Böcklin e le piazze sospese di De Chirico) si fanno scenario per figure troppo perfette per essere umane e troppo vere per essere marmo: Persefoni rapite in abbracci sottilmente erotici, Prometei meditabondi e guerrieri che portano sulle spalle un possibile destino di pace.
E poi c’è il viaggio, metafora della vita ma anche del cambiamento interiore, dell’arricchimento emotivo, della scoperta del mondo e di sé. Condotto dall’artista su leggiadre imbarcazioni fenicie o su arche capienti, capaci di farsi casa, isola e microcosmo. Infine – nella nuova serie delle tavole di legno – la battaglia tra spirito e carne diventa il pretesto per un racconto sognante, dove il cuore (organo pulsante e sanguinante) è imprigionato e ferito o libero di volare, si fa terra feconda in cui gli alberi affondano le radici o cielo stellato.
Rappresentante di una pittura dalle potenti radici tradizionali, di un procedere artistico lento e meditato, Palumbo ci invita a una lettura del suo lavoro altrettanto attenta e minuziosa, a una caccia al tesoro tra suggestioni celate e calambour semantici, tra personalissime libere associazioni e percorsi universali del pensiero, tra dettagli definiti come in un full HD e cieli dal sapore emotivo e gestuale.
Nelle opere più recenti in mostra – realizzate negli ultimi mesi – i colori si fanno più accesi e contrastati e la figura centrale, il cuore emotivo della narrazione, tende a isolarsi, evidenziandosi rispetto a sfondi sempre più indefiniti.
In mostra anche le sculture, terrecotte dalle cromie calde in cui tornano i temi più cari a Ciro Palumbo.
Accompagnano la mostra una serie di componimenti inediti in versi di Aldo Nove ispirati alle opere, in un gioco di rimandi tra pittura e poesia. Lo scrittore sarà presente all’inaugurazione.
La mostra Il volo del poeta visionario nasce in collaborazione con FMR ART’È nell’ambito di un progetto di largo respiro iniziato con la personale di Ciro Palumbo Homo viator, al Museo Piaggio nella primavera di quest’anno.
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