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Gli Orizzonti Obliqui di Enzo Migneco alla Chie Art Gallery di Milano

Mediterraneo, 2013, olio e acrilico su tela, cm 160x200
"Orizzonti Obliqui" , mostra personale di Togo Enzo Migneco dal 2 al 6 aprile 2013 presso Chie Art Gallery in Viale Premuda 27 a Milano. Il vernissage si terrà il 2 aprile 2013 alle ore 18.30
 
Piccole scansioni di vita raccontate attraverso l’irrequieto dominio del colore, questa in estrema sintesi l’opera di Togo. Immagini scandite da sapienti pennellate che elaborano campiture emozionali in cui potremmo perderci. A cominciare dai rossi che vibrano di tonalità sensuali procedendo per mutazioni genetiche fino a rompere gli argini delle aspettative per farsi energia semantica.

La forza del colore fa corpo con l’obliquità del segno che taglia l’orizzonte facendolo pulsare di vita con aritmie che negano la regola dell’orizzonte piatto. Impossibile trovare un mare senza orizzonte, nelle marine di Togo. Impossibile trovare un orizzonte uguale a se stesso. Attraverso la sua opera, Alice-spettatore entra in un mondo parallelo in cui l’orizzonte non è fatto dall’unione tra cielo e mare ma è il punto di fusione tra pennello e tela, tra colore e canapa, tra acrilico e setole: varco verso un infinito fatto di acqua. Elemento che ha in sé la potenza dell’energia vitale, l’acqua scorre, si rigenera e rigenera, come un liquido amniotico incorruttibile si fa pancia accogliente e materna.

Un mare che s’insinua come lava incandescente tra gli anfratti delle rocce, preme, si gonfia e poi scorre veloce come sangue caldo nelle vene del mondo. Muleta impertinente di una rappresentazione liturgica, copre gli argini per scoprire il mistero della feconda polisemia dei suoi fondali offerti in rossi piegati da velature di bianco e linee di nero che rifilano il senso della risacca ematica di un solido mare.

Qui e ora è impossibile pensare a radici ben piantate nella terra: le vere radici viaggiano su linee orizzontali che incrociano direttrici verticali, s’incastrano, si abbracciano e si allontanano di poco, qualche rosso più in là, per tornare a intrecciarsi a un blu profondo e poi perdersi in un nero improvviso. Ecco, là, proprio nell’incrocio dei verdi impastati al marrone, dove il rosso lascia strisce di bianca spuma appena sbavata, là le radici s’inerpicano verso l’alto. E tornano a galla, finalmente.
Angela Manganaro

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