Passa ai contenuti principali

L' Herbarium di Eva Reguzzoni


Herbarium, mostra personale di Eva Reguzzoni a cura di Fabio Carnaghi, è un excursus attorno alle anatomie vegetali, che individua una similitudine quasi fisiognomica tra forme fitomorfe e conformazioni dell’interiorità umana. 

Nelle opere di Eva Reguzzoni l’indagine di queste tematiche è essenziale e si manifesta significativamente in sedimentazioni di inchiostro, frammenti di garze o cuciture di filo su carta, quasi fogli di un volume immaginario su cui resta la stratificazione di un processo di elaborazione. L’equivoco nella procedura estetica propria dell’artista si insinua nel pensare alla pratica amanuense ed è lecito liberare l’immaginazione verso un erbario accuratamente miniato e frutto di copiatura basata sull’analogia di forme organiche, siano esse naturali o umane. L’attinenza di queste rappresentazioni con lo spazio monasteriale in cui vengono collocate permette di esplorare e confrontare negli andamenti, l’ulteriore valenza fitomorfa del decoro che nelle tracce di partiture affrescate scopre candelabre cinquecentesche, ribadite nelle simmetrie speculari degli arazzi di carta bianca.

La mostra è realizzata nell'ambito di Biodiversity, rassegna promossa da ARK Cultural Property and Contemporary per Expo in Città, con il supporto di Parco dei Mulini e con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Nerviano.


Eva Reguzzoni - Herbarium

CHIOSTRO DEGLI OLIVETANI
Nerviano (MI) - dal 13 al 28 giugno 2015
Piazza Alessandro Manzoni 14 (20014)

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

ISABELLA d'ARAGONA, duchessa di Bari, è MONNA LISA.

Il beffardo sorriso della Monna Lisa, del poliedrico Leonardo da Vinci, colpisce ancora: non è Lisa Gherardini la donna raffigurata nel ritratto più famoso del mondo ma Isabella d'Aragona , duchessa di Bari. A dirla tutta, non è una notizia proprio inedita, nel senso che non è la prima volta che questa tesi ci viene proposto: un anno fa Maike Vogt-Luerssen (che non è certo una sprovveduta) la sostenne, con confronti e documenti minuziosissimi. Ma non ebbe molto successo e Monna Lisa continuò a rimanere lì..... con quel suo sorriso-non-sorriso che tanto fa impazzire studiosi e ammiratori d'ogni tempo e luogo. Questa volta, però, la tesi ci viene riproposta da una studiosa barese, Titty Pignatelli Palladino, che nei giorni scorsi l'ha presentata a New York. La nota prof. Pignatelli Palladino è partita, nel suo studio, dalla visione di un documento inedito -conservato presso la New York Public Library- contenente la stampa del volto di Isabella d'Aragona. Ad una copia di

RI-TRATTI di Peppe Di Giuli

La Galleria Carte Scoperte , situata via Pietro Maroncelli 14, inaugura il 2 luglio 2015, dalle ore 18,00 alle ore 21,30, una mostra dedicata all’ultima produzione di Peppe Di Giuli , artista Umbro e Milanese d’adozione, vincitore di due Compassi d’Oro . La Mostra durerà sino al 16/07/2015 e saranno esposte le firme di alcuni grandi Futuristi: Peppe Di Giuli propone un nuovo modo di penetrare nelle fisionomie operative dei grandi Artisti: un’interpretazione personale delle firme degli stessi.  Opere uniche in legno laccato che oltre a riprendere fedelmente il segno degli Artisti hanno l’interpretazione personale di Di Giuli che rende le firme vere e proprie sculture: plastiche, sinuose, sensuali. La scelta, di dedicare ai grandi del Futurismo una mostra, dell’artista prima e del gallerista poi, è stata dettata dalla stessa spinta emozionale che è quella di rendere omaggio ma soprattutto giustizia ad un movimento, per noi il più importante del novecento, che per mere ragioni poli