Passa ai contenuti principali

Mondi perduti al Plart di Napoli

Il Plart di Napoli, martedì 2 ottobre alle 18, inaugura l’evento culturale Mondi perduti, dedicato al rilancio dell’artigianato attraverso l’arte contemporanea:

Terre blu esporrà una collezione di ceramiche ironiche e concettuali dei più noti artisti e designer del panorama italiano e internazionale. 

La serata è divisa in due momenti: l’inaugurazione della mostra Icone e la presentazione di Tepui, il libro d’artista di Felix Policastro.

Tutto ruota intorno alla riscoperta delle arti manuali e in particolar modo della lavorazione della ceramica – spiega Maria Pia Incutti – di qui l’idea di organizzare un evento in linea con la mission del Plart: conservare, studiare e promuovere il nostro patrimonio culturale, proiettandolo con grande energia innovativa sulla contemporaneità”. 

Da un lato dunque la Fondazione Plart, che a partire dalla plastica come materiale e dal design come disciplina progettuale, abbraccia le più ampie espressioni artistiche e materiche, indagandone i confini spesso labili attraverso mostre, convegni e pubblicazioni che si succedono senza interruzione da più di dieci anni. Dall’altro Terre Blu a cura di Giuseppe Coppola, editore eccentrico, che dalla produzione di oggetti di design in ceramica che raccontano storie di mondi possibili, si ripropone come casa editrice che produce libri come oggetti d’arte. 

La mostra Icone, è composta da ceramiche a tiratura limitata, disegnate dagli autori più rappresentativi del design italiano contemporaneo e in particolare del design radicale degli anni ’60 - ’70: Luca Scacchetti, Franco Raggi, Prospero Rasulo, Paola Navone, Lapo Binazzi, Riccardo Dalisi, Ugo Marano e tanti altri. “Ogni oggetto – spiega il curatore - rappresenta la materializzazione di un’icona che prende forma attraverso sostanze vetrose dense e diafane, riducendo i contenuti utilitari per esaltare la funzione simbolica”. 

Tepui è descritto come un oggetto da sfogliare in silenzio per ascoltare il rumore delle pagine che scorrono e l’odore dei materiali. Felix Policastro è personaggio che si muove con raffinata naturalezza tra arte contemporanea, design e comunicazione. Il libro presentato da Angela Tecce, Andrea Viliani e Cherubino Gambardella, è stampato su carte pregiate e tela ruvida in pochi esemplari, rilegato a mano con lo spago. Il titolo dell’evento Mondi Perduti prende spunto dal saggio introduttivo di Angela Tecce al libro di Policastro. 

Continua con successo l’attività culturale della Fondazione Plart che lo scorso gennaio ha festeggiato i dieci anni di intensa attività, riconosciuto come unico giacimento del design del centro/sud. Maria Pia Incutti a Torino ha dato il via ai lavori di realizzazione di Plart Two, nuovo Centro di Arte, Innovazione e Ricerca che inaugurerà nel 2019. “In questo spazio – spiega l’imprenditrice - conviveranno una realtà storico-culturale e una orientata al mercato delle più innovative tecnologie digitali. Inoltre saranno realizzate alcune residenze per gli artisti e spazi dedicati a promuovere il design e l’arte, con un raggio d’azione esteso all’architettura, alla fotografia, alla moda, al lifestyle e alla creatività in ogni sua forma. Al suo interno apriremo anche un concept store che produrrà oggetti e piccole collezioni realizzate da artisti e designer di avanguardia”.

Post popolari in questo blog

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

ISABELLA d'ARAGONA, duchessa di Bari, è MONNA LISA.

Il beffardo sorriso della Monna Lisa, del poliedrico Leonardo da Vinci, colpisce ancora: non è Lisa Gherardini la donna raffigurata nel ritratto più famoso del mondo ma Isabella d'Aragona , duchessa di Bari. A dirla tutta, non è una notizia proprio inedita, nel senso che non è la prima volta che questa tesi ci viene proposto: un anno fa Maike Vogt-Luerssen (che non è certo una sprovveduta) la sostenne, con confronti e documenti minuziosissimi. Ma non ebbe molto successo e Monna Lisa continuò a rimanere lì..... con quel suo sorriso-non-sorriso che tanto fa impazzire studiosi e ammiratori d'ogni tempo e luogo. Questa volta, però, la tesi ci viene riproposta da una studiosa barese, Titty Pignatelli Palladino, che nei giorni scorsi l'ha presentata a New York. La nota prof. Pignatelli Palladino è partita, nel suo studio, dalla visione di un documento inedito -conservato presso la New York Public Library- contenente la stampa del volto di Isabella d'Aragona. Ad una copia di

RI-TRATTI di Peppe Di Giuli

La Galleria Carte Scoperte , situata via Pietro Maroncelli 14, inaugura il 2 luglio 2015, dalle ore 18,00 alle ore 21,30, una mostra dedicata all’ultima produzione di Peppe Di Giuli , artista Umbro e Milanese d’adozione, vincitore di due Compassi d’Oro . La Mostra durerà sino al 16/07/2015 e saranno esposte le firme di alcuni grandi Futuristi: Peppe Di Giuli propone un nuovo modo di penetrare nelle fisionomie operative dei grandi Artisti: un’interpretazione personale delle firme degli stessi.  Opere uniche in legno laccato che oltre a riprendere fedelmente il segno degli Artisti hanno l’interpretazione personale di Di Giuli che rende le firme vere e proprie sculture: plastiche, sinuose, sensuali. La scelta, di dedicare ai grandi del Futurismo una mostra, dell’artista prima e del gallerista poi, è stata dettata dalla stessa spinta emozionale che è quella di rendere omaggio ma soprattutto giustizia ad un movimento, per noi il più importante del novecento, che per mere ragioni poli