Passa ai contenuti principali

Il Kabuki dei tre Samurai - Nobuyoshi Araki, Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto

Provocatori, pornografici, choccanti. Oppure sensuali, poetici e disincantati. Nobuyoshi Araki, Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto, i tre fotografi Nipponici protagonisti della mostra “Il Kabuki dei tre Samurai”, presso la Galleria In-Arco di Torino dal  13 gennaio al 18 aprile 2015, ci guideranno in un viaggio tra tradizione e contemporaneità. 


"Nobuyoshi Araki tra gli artisti più rappresentativi e prolifici della storia della fotografia, racconta la donna, l’eros e il suo Giappone attraverso scatti che arrivano allo spettatore per affascinarlo e sconvolgerlo allo stesso tempo. Il suo percorso artistico non può prescindere dalla donna. Prima la moglie, fotografata durante il viaggio di nozze, poi le donne dei quartieri a luci rosse e infine tutte le altre, che si offrono allo sguardo senza resistenza. Tra loro anche Lady Gaga, ritratta nel 2009 per Vogue Hommes Japan. Le donne di Araki sono riprese legate con corde, mollemente sdraiate su letti disfatti, lascivamente distese sul pavimento e così raccontano l'eros e la sensualità, la tradizione giapponese fatta di fiori e kimono e la modernità un poco decadente. L'occhio che le ammira si sente turbato, nel loro sguardo invece sembra assente la volontà di provocare. Ci sono però quei corpi ostentati e nudi, i seni stretti dalle funi e il sesso mostrato in modo diretto a rimandare indiscutibilmente all'eros orientale.

Yasumasa Morimura si appropria di icone universali della storia dell’arte , dei mass media e della cultura popolare e le ripropone interpretandole in prima persona. In particolare Morimura è interessato dalle trasformazioni sociali politico e culturali avvenute nella seconda metà del Novecento ovvero i mutamenti dovuti alla penetrazione del capitalismo e dei miti del mondo occidentale in Giappone. Dopo l'inizio incentrato sul dialogo col la storia dell'arte del passato, Morimura rivolge il suo sguardo al Novecento. Impersona Einstein, Marylin, Frida Khalo, Hitler utilizzando un linguaggio maniacale per i dettagli. L'opera di Marilyn Monroe tratta dalla serie "Actress", è un esempio del procedimento creativo di Morimura: come un vero artista, mediante un cambio di identità, prova ad uscire da se stesso e diventare un "altro". Le opere sono caratterizzate da uno stile raffinato e da una cura per il dettaglio e l'uso di ritocchi digitali, di costumi, pose e accessori ricercati che le rendono uniche. Attraverso una sorta di sdoppiamento di personalità Morimura si immerge nella vita degli altri, dei "grandi" che hanno segnato la storia provando a guardare l'esistenza con i loro occhi. I suoi lavori (fotografie, performance, video) non sono identificazione ma "riproporsi di sé in un altro" sottolineando il disagio che la popolazione giapponese ha nel subire la cultura occidentale. I tratti somatici non modificati, sono l'unico mezzo che Morimura ha per rivendicare la propria origine e le proprie tradizioni e l'unica via per fare ciò è la provocazione. Le sue opere più famose sono "Requiem form the XX century e "Actress". 

Le fotografie che compongono le serie di Hiroshi Sugimoto, lontane dal costituire attestazioni dirette della realtà, sono immagini mentali, concetti la cui materializzazione è resa possibile grazie a un rigoroso controllo del mezzo fotografico e del processo manuale di stampa, seguito anch’esso personalmente dall’artista. Nella serie *Theatre* – realizzata fotografando con tempi di esposizione lunghissimi sale degli anni ’20 e ’30, cinema degli anni ’50 e drive in – la luce bianca degli schermi rettangolari, che illumina il resto dell’ambiente, contiene in sé l’intera proiezione del film. In *Architectures* la tecnica dello sfocato priva le architetture moderniste di connotazioni temporali. I lunghi tempi di esposizione dei *Seascape* bloccano il movimento delle onde in immagini eterne, mentre il soggetto dei *Portraits* realizzati fotografando i personaggi dei musei delle cere è l’immortalità stessa. Il tempo è dunque il tema dominante nell’opera di Sugimoto, la cui ricerca artistica è sempre volta a trovare soluzioni ai problemi di rappresentazione e visualizzazione da esso posti."
A cura di Graziano Menolascina


Il Kabuki dei tre Samurai - Nobuyoshi Araki, Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto
a cura di GRAZIANO MENOLASCINA
Dal 13 gennaio al 18 aprile 2015
Galleria In-Arco, Torino, Piazza Vittorio Veneto 3
www.in-arco.com – info@in-arco.com

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

RI-TRATTI di Peppe Di Giuli

La Galleria Carte Scoperte , situata via Pietro Maroncelli 14, inaugura il 2 luglio 2015, dalle ore 18,00 alle ore 21,30, una mostra dedicata all’ultima produzione di Peppe Di Giuli , artista Umbro e Milanese d’adozione, vincitore di due Compassi d’Oro . La Mostra durerà sino al 16/07/2015 e saranno esposte le firme di alcuni grandi Futuristi: Peppe Di Giuli propone un nuovo modo di penetrare nelle fisionomie operative dei grandi Artisti: un’interpretazione personale delle firme degli stessi.  Opere uniche in legno laccato che oltre a riprendere fedelmente il segno degli Artisti hanno l’interpretazione personale di Di Giuli che rende le firme vere e proprie sculture: plastiche, sinuose, sensuali. La scelta, di dedicare ai grandi del Futurismo una mostra, dell’artista prima e del gallerista poi, è stata dettata dalla stessa spinta emozionale che è quella di rendere omaggio ma soprattutto giustizia ad un movimento, per noi il più importante del novecento, che per mere ragioni ...

San Sebastiano. Bellezza e integrità nell’arte tra Quattrocento e Seicento.

E' in corso - e fino all' 8 marzo 2015 - presso il Castello di Miradolo (immerso in uno dei più lussureggianti parchi romantici del Piemonte, ai piedi delle colline di Pinerolo, all’imbocco della Val Chisone e della Val Pellice) la mostra " San Sebastiano. Bellezza e integrità nell’arte tra Quattrocento e Seicento. " dedicata a San Sebastiano , promossa dalla Fondazione Cosso e curata da Vittorio Sgarbi con la collaborazione di Antonio D’Amico . La mostra offre un interessante excursus in quasi tre secoli, un percorso che dalla seconda metà del Quattrocento giunge agli albori del Settecento, contemplando assoluti capolavori: Tutto l'allestimento è in penombra e i dipinti sembrano accarezzati da morbide luci...L'emozione è tanta, accentuata dal sottofondo musicale , scritta da Debussy per Le Martyre de Saint- Sebastien di D'Annunzio )...si inizia con Andrea della Robbia che modella l’anatomia del giovane Sebastiano con grande raffinatezza, levigan...