Passa ai contenuti principali

Flash Art - Numero di dicembre 2015 : Ecco cosa troviamo fra le pagine.

Il numero di Flash Art Italia  per il mese di dicembre 2015 è già in edicola. Dalla newsletter di quest'oggi scopriamo in anteprima ciò che troveremo in primo piano fra le pagine della imperdibile rivista d'arte contemporanea:

Jeff Koons 
Sergio Risaliti intervista il mostro sacro dell’arte contemporanea, in occasione dell’evento “Jeff Koons in Florence”. “Io penso che la storia di ognuno sia il proprio fondamento, è quindi molto importante che ognuno accetti il proprio essere e il proprio passato e che lo usi come base della propria vita. […] Gli oggetti di per sé non sono importanti. Non c’è felicità negli oggetti materiali”.

Adrian Villar Rojas
Olga Gambari incontra l’artista argentino in occasione della mostra alla Fondazione Sandretto di Torino. “Una delle mie principali preoccupazioni è il modo in cui possiamo rappresentare il tempo, quindi è abbastanza logico fare uso di riferimenti presi dalla storia e dalla scienza, dal passato e dal futuro. Tutto può essere fossilizzato, anche la geometria, i sentimenti o la matematica astratta”.

Marie Cool e Fabio Balducci
Simone Menegoi indaga il lavoro dei due artisti. “Il nostro lavoro è più affine al rito, l’idea di repertorio nel senso cumulativo del termine non ci rappresenta. […] è la contrapposizione, l’antitesi l’unico sentimento che ci appartiene”.

Antonio Biasiucci
La “natura non indifferente” di Biasiucci investigata da Gianluca Riccio. “Detesto i fotografi che dicono che il soggetto è solo un pretesto. […]. Perciò ancora da adulto vado a cercare un rifugio nella sacralità che ai miei occhi il soggetto custodisce, da un senso alla mia operazione, alla ritualità che metto in atto ogni volta”.

Brigitte Niedermair
Stefano Rabolli Pansera intervista Brigitte Niedermair in occasione della mostra al Museo Morandi di Bologna. “Io non parto mai dall’idea di un’immagine, ma piuttosto da un concetto, un pensiero, l’immagine arriva dopo. Mi piace arrivare al punto più preciso e profondo del mio pensiero e per farlo devo essere rigorosa, essenziale, severa”.

Fotografia della differenza 
Raffaella Perna racconta il lavoro di artiste fotografe negli anni Settanta, alle prese con femminismo, politica e consapevolezza di genere. “Nel contestare le immagini del femminile diffuse nella cultura visiva occidentale, dove il corpo della donna è abitualmente sottoposto a un processo di reificazione, il medium fotografico è un alleato prezioso: la sua specifica contiguità con il reale fa sì che l’immagine fotografica si presenti come una traccia sensibile del corpo, luogo in cui si inscrivono non soltanto i segni dell’identità biologica, ma anche quelli legati al ruolo sociale e pubblico”.

Alfredo Aceto
Andrea Bellini in conversazione con Alfredo Aceto. “Ricordo pomeriggi di sole a Torino che si trasformavano sempre in questi paesaggi desertici, fumanti, schiaccianti e opprimenti. Mattinate d’inverno a Losanna in cui mi sentivo l’unico rimasto a Prypiat un anno dopo l’esplosione nucleare”.

Davide Balliano
Federica Tattoli alla scoperta delle “leggi dell’universo in opera” di Davide Balliano. “I suoi quadri ci mostrano segni, archi, curve, spirali, linee; chi si ritrova davanti alle sue tavole dipinte non può che sentire una sensazione di familiarità, riconoscere qualcosa che risuona con la propria interiorità ancestrale, è tutto lì, si nasconde nell’universale, sono segni che riconosciamo come leggi base della natura”.

Gian Marco Montesano. Europa Addio, di Francesco Scasciamacchia.

Recensioni:
Milano: Gianni Piacentino, Fondazione Prada; Luciano Fabro, Galleria Christian Stein; Stanley Whitney, Lisson Gallery; Micol Assael, Zero…; Roma: Consequences, Fondazione Giuliani, Entre Nous, z2o Sara Zanin; Bologna:Andy Warhol, Galleria Arte Maggiore; Napoli:Mark Leckey, Madre; Rebecca Horn, Studio Trisorio; Sonia Kacem, T293; Bolzano:Cerith Wyn Evans; Firenze:Jan Fabre, Galleria Il Ponte;Lissone:Zero in the Mirror, MAC; Torino:Boris Mikhailov, Camera; Paloma Varga Weisz, Castello di Rivoli; Trento:Masbedo, Mart; Venezia:Ferruccio Gard, Ca’ Pesaro; Lucca:I can reach you, Lo Scompiglio.

Inoltre la sempre più avvincente Storia dell’arte di Marcello Jori.

Commenti

Post popolari in questo blog

LUIGI MARCON E LE SUE INCISIONI : A Molfetta presso il Fashion District

Luigi Marcon è nato ai Piai di Tarzo (TV) 1938. Apprende l’arte d’incidere a Venezia, prima all’Istituto Statale d’Arte, e in seguito presso il Centro Internazionale della Grafica. Dal 1960 partecipa a molte rassegne di grafica nazionali ed internazionali conseguendo vari riconoscimenti; allestisce numerose personali in Italia e all’estero.  Da molti anni si dedica pure all’insegnamento della calcografia mediante corsi teorico-pratici in varie città del Veneto. Opera ed espone in permanenza a Vittorio Veneto, Saletta della Grafica e laboratorio d'incisione in Via Manin, 39. Sono spesso ospiti della galleria noti artisti incisori atti a proporre tecniche ed espressioni diverse. Nella sua principale attività di incisore, oltre che pittore, ha realizzato con le tecniche calcografiche oltre 3000 matrici. Ne esegue personalmente la stampa con torchio a stella, normalmente in venti esemplari e ne biffa la matrice a tiratura ultimata. Fino all'8 maggio 2009 l'artista Luigi Marco

Il Quadro con cerchio di Kandinskij

Si intitola " Quadro con cerchio ", ed è il primo dipinto astratto di Vasilij Vasil'evič Kandinskij , fu realizzato nel 1911 e ritrovato solo nel 1989. Proveniente dal museo nazionale georgiano di Tbilisi, viene per la prima volta esposto in Italia nell'ambito della mostra " Kandinskji, cavaliere errante.In viaggio verso l'astrazione ." , al Mudec di Milano (fino al 9 luglio). Un quadro al quale lo stesso artista attribuiva importanza, come risulta da una sua lettera del 1935: "Quando ho lasciato Mosca, alcuni miei dipinti, in parte di grande formato, sono rimasti in custodia nel museo di Arte Europea Occidentale. Tra essi il mio primissimo quardo astratto del 1911...Purtroppo, non ne possiedo alcuna foto. All'epoca ero scontento del dipinto e pertanto non l'ho neppure numerato e non ho scritto alcuna indicazione sul retro, come faccio sempre, e non l'ho riportato nel mio catalogo personale" . MUDEC

ISABELLA d'ARAGONA, duchessa di Bari, è MONNA LISA.

Il beffardo sorriso della Monna Lisa, del poliedrico Leonardo da Vinci, colpisce ancora: non è Lisa Gherardini la donna raffigurata nel ritratto più famoso del mondo ma Isabella d'Aragona , duchessa di Bari. A dirla tutta, non è una notizia proprio inedita, nel senso che non è la prima volta che questa tesi ci viene proposto: un anno fa Maike Vogt-Luerssen (che non è certo una sprovveduta) la sostenne, con confronti e documenti minuziosissimi. Ma non ebbe molto successo e Monna Lisa continuò a rimanere lì..... con quel suo sorriso-non-sorriso che tanto fa impazzire studiosi e ammiratori d'ogni tempo e luogo. Questa volta, però, la tesi ci viene riproposta da una studiosa barese, Titty Pignatelli Palladino, che nei giorni scorsi l'ha presentata a New York. La nota prof. Pignatelli Palladino è partita, nel suo studio, dalla visione di un documento inedito -conservato presso la New York Public Library- contenente la stampa del volto di Isabella d'Aragona. Ad una copia di