La mostra di Emilio Tadini (Milano, 1927-2002), allestita nella Sala Lucio Fontana a Comabbio, presenta un excursus dell’artista milanese attraverso un nucleo di oltre trenta opere tra acrilici su tela, disegni e serigrafie eseguiti tra gli ultimi anni Sessanta e i primi anni Novanta.
Distintosi subito tra le voci più vive e originali nel dibattito culturale del secondo dopoguerra, Emilio Tadini, sin dagli anni Cinquanta, affianca al lavoro critico e letterario la pratica della pittura che sviluppa per grandi cicli. Le opere in mostra ne documentano alcuni, tra cui: Color & Co., Archeologia, Paesaggio di Malevi?, Viaggio in Italia, Museo dell’uomo, Le mani di Renoir, Profughi, Oltremare, Città italiane, Le bal des philosophes.
Il catalogo realizzato per l’occasione include un ricordo di Giorgio Marconi, con il quale Emilio Tadini ha lavorato sin dagli anni Sessanta, e le riproduzioni a colori di tutte le opere in mostra.
L’esposizione, promossa dall’Amministrazione comunale con allestimento di Massimo Cassani che ha curato anche l’edizione del catalogo, è stata organizzata con la collaborazione della Fondazione Marconi di Milano.
Fino al 30 luglio, orario: sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 18.30.
Ingresso libero. Catalogo disponibile in sala mostra.
Per info: salaluciofontana@comune.comabbio.va.it - demografici@comune.comabbio.va.it - tel. 0331968572
EMILIO TADINI nasce a Milano il 5 giugno 1927. Laureatosi in lettere esordisce nel 1947 su “Il Politecnico” di Elio Vittorini con un poemetto, cui fa seguito un’intensa attività critica e teorica sull’arte. Nel 1963 esce il primo romanzo, Le armi l’amore (edito da Rizzoli), cui seguono nel 1980 L’opera (Einaudi), nel 1987 La lunga notte (Rizzoli), nel 1991 il libro di poesie L’insieme delle cose (Garzanti) e nel 1993 l’ultimo romanzo, La tempesta (Einaudi). La sua prima esposizione personale è del 1961 alla Galleria del Cavallino di Venezia. Fin dagli esordi sviluppa il proprio lavoro per grandi cicli, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione di piani temporali in cui ricordo e realtà, tragico e comico giocano di continuo uno contro l’altro. Dal 1965 espone regolarmente allo Studio Marconi e nel corso degli anni Settanta tiene esposizioni personali all’estero, a Parigi, Stoccolma, Bruxelles, Londra, Anversa, negli Stati Uniti e in America Latina, sia in gallerie private che in spazi pubblici e musei. È presente in numerose collettive.
Per alcuni anni è commentatore del “Corriere della Sera” e dal 1997 al 2000 è presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2001 gli è dedicata un’ampia retrospettiva nel Palazzo Reale di Milano. Muore nel settembre 2002.
Dopo la sua scomparsa è stata fondata a Milano la casa museo Spazio Tadini, sede dell’archivio ed
esposizione permanente delle sue opere.
Nella primavera del 2005 il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona gli dedica una grande mostra antologica.
Nel 2007 viene inaugurata a Milano la mostra Emilio Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura, negli spazi espositivi delle Fondazioni Marconi e Mudima e dell’Accademia di Brera.
Opere dell’artista vengono presentate periodicamente alla Fondazione Marconi in mostre personali e
collettive (2009, 2011, 2012, 2015) e presso varie sedi espositive, tra cui la Permanente di Milano (2012), Galleria Cortina di Milano (2008-2013), la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo e Villa Olmo di Como (2016).